WEST HAM TILL I DIE (Mattia Centanni)

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WEST HAM TILL I DIE
LONDRA 4-5-6 OTTOBRE 2019
DAY 1:
Finalmente! Dopo due mesi dalla prenotazione e pianificazione, la banda composta da Tia, Nico, Zack, Gio, Davide e la special Guest Renato è pronta a partire alla volta della Straordinaria Londra. Sveglia abbastanza proibitiva, entusiasmo pre-partenza che non ci fa pensare al sonno, un pisolino lo faremo in aereo e via direzione Malpensa. Arrivati al terminal, dopo aver lasciato le auto al parcheggio, ci troviamo una fila chilometrica per i controlli. Un po’ per colpa nostra (potevamo anticipare di qualche minuto) e un po’ colpa della famosa organizzazione tutta italiana, quasi di corsa e senza aver preso neanche un caffè, arriviamo al gate giusto giusto per evitare la fila per l’imbarco (siamo quasi gli ultimi). Finita la scazzottata tra di noi per accaparrarsi il posto finestrino (risulterà del tutto inutile per via delle nuvole), ci si accomoda, si aspetta l’ok dalla torre di controllo per il take off e via alla volta di Londra. Volo tranquillo, puntuale e con un atterraggio da manuale, arriviamo a Gatwick. Controlli di routine, mannaggia a chi non ha portato e a chi non ha il passaporto. Prima di prendere il treno, che ci porterà in centro, decidiamo di mangiare qualcosa al volo, visto che è da circa 5 ore che non riempiamo lo stomaco. Sei muffin al modico prezzo di 2,20£. Un Affare. Treno, poi metro (tube), ed una passeggiata di 5 minuti ci portano in hotel. Ci dividiamo nelle camere e lasciamo giù i bagagli. (Piccolo appunto sull’hotel, 58£ per due notti compreso di colazione in zona Stratford è un altro affare) Incamminandoci verso la fermata Stratford, per prendere la tube che ci porterà a Westminster, in comune accordo decidiamo di pranzare. Ovviamente la scelta ricade sul classico pub. Birra, primo giro offerto da Renato, hamburger e patatine, poi di nuovo un’altra birra. Ok! Adesso si che siamo pronti! Una volta arrivati alla fermata di Westminster, lo stimolo della pipì si prende gioco di noi, così Renato decide di investire 5 euro per consentire alla banda di ragionare meglio con la vescica vuota. Grazie infinite Rena! Purtroppo, il Big Ben e gran parte del parlamento sono ricoperti dalle impalcature (i lavori di ristrutturazione termineranno nel 2022). Da lì intraprendiamo un bel giretto a piedi: passiamo da S. James Park con le consuete foto con i simpatici – o meglio – opportunisti scoiattolini, Buckingham Palace per il the con la Regina, Trafalgar Square visitando il bellissimo museo National Gallery (non lo abbiamo visitato davvero), Piccadilly con i suoi maxischermi e negozio di articoli sportivi, Lillywhithes, negozio da
visitare assolutamente se siete, come noi, dei malati di sport ed infine Leicester Square. Non chiedetemi i km percorsi, quando si è in ottima compagnia passa tutto più in fretta.

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Dopo questa bella passeggiata, che ha occupato gran parte del pomeriggio, ci facciamo
attirare da un altro pub, dove ci accomodiamo e tra una chiacchiera e l’altra beviamo
un paio di birrette.
Un po’ per dovere dettato da ordini familiari, per i classici gift marchiati Harrods, ed
un po’ per tirare l’orario di cena senza far nulla di impegnativo, riprendiamo la tube
per Knightsbridge, fermata per il più famoso grande magazzino d’oltremanica.
Harrods si rileverà estremamente utile anche per fare pipì. La birra fa brutti scherzi.
Arriva ora di cena, e il buon Zack, ci porta nel primo storico ristorante Fish&Chips di
Londra. Davvero ottimo! Durante la cena, la stanchezza e le numerose birre bevute
durante l’arco della giornata prevalgono su molti di noi. Una vittima della situazione è
la bravissima, gentilissima e italianissima cameriera. Nico tenterà un approccio,
ricevendo un secco e deciso due di picche. Finita la cena, ci dirigiamo verso il nostro
Hotel, dove finalmente ci aspetta una bella dormita per ricaricare le pile in vista del
match day. Ma nella strada tra noi e l’hotel c’è un pub. Cosa facciamo? – Vuoi non
fermarti a bere qualcosina prima di andare a dormire? – Io e Renato optiamo per un
whisky, Davide rhum, Giovanni l’ennesima Giunness, con l’ennesima chiamata tra Piazza
Affari e Wall Street (verrà soprannominato “The Wolf of Gatwick”), Zack e Nico
invece, si affidano alla completa inesperienza del barman e prendono un Long Island –
che detto da loro risulterà una schifezza – Poi, per fortuna, buonanotte!

DAY 2:
È il giorno della partita, vero obbiettivo della gita londinese. Per chi più e chi meno il nostro cuore batte per i colori Claret&Blue del West Ham United.
Sveglia, colazione dei campioni con salsiccia e uova e direzione London Stadium, o
meglio, store dello stadio. Paese dei balocchi per Tia. Per fortuna facciamo la mossa di
andare di mattina e non prima o dopo il match che sarà nel tardo pomeriggio e sarà
affollatissimo, grande scelta vista la lentezza nello scegliere cosa comprare. Dopo
circa un’oretta passata tra magliette, felpe, sciarpe e qualsiasi altro articolo vi venga
in mente, usciamo tutti un po’ più leggeri nel portafoglio, tranne Renato che sostiene
di non aver speso neanche un euro convinto che la sterlina sia una moneta virtuale e
chiedendo più volte la differenza con il pound. (solo sull’aereo di ritorno si renderà
conto di aver speso tutta la pensione di settembre).
Tube direzione Candem Town. Passeggiata tra i suoi negozietti dove Tia trova il
cappello tanto desiderato e gentilmente regalato da Nico, hat cap (coppola in italiano),
Davide prende un paio magliette alla sua dolce metà e poco dopo indovinate un po’
dove ci rifugiamo? Un altro pub! Consigliato ancora da Zack. Facciamo il consueto
doppio giro di birre intervallato dal piacevole incontro con alcuni ragazzi statunitensi,
anche loro tifosi Hammers giunti a Londra per la partita, brindisi e foto ricordo!

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Zack, che spingeva per mangiare street food alle bancarelle del mercato, alla domanda
-ragazzi mangiate qualcosa? – si lascia abbindolare dalla bella cameriera (tra l’altro
anche lei di origine siciliana) e decide di ordinare dei nuggets di pollo giusto per non
dirle di no, mentre Davide, promoter del mangiare al pub, ordina una non ben definita insalata di verdure e frutta. (Per dovere di cronaca in tutto ciò, Nico riceve
l’ennesimo due di picche dalla bella cameriera e Renato rimane abbagliato dal sinuoso
“petto” dell’altra cameriera dalle origini non definite).
Non sazi da quattro nuggets di pollo, prendiamo comunque un sudatissimo e per
fortuna buonissimo hot dog dalle bancarelle street food.
Di nuovo Tube direzione Stratford, ma non ancora per dirigerci allo stadio, abbiamo
un appuntamento con il mitico Christopher! Appuntamento al Carpenters Arms, uno dei
pub di ritrovo pre e post match dei tifosi Claret&blue. Il pub si presenta con un bel
cartello all’entrata con scritto “no support away”. Appena entriamo la coda per le
birre è da bollino rosso, tipo casello di Melegnano all’esodo di agosto, ma tutto ciò non
ci spaventa. Per la birra questo ed altro! Ci accolgono Christopher ed i suoi due figli
Calum (21) ed Edan (18) – per loro ci sarebbe da scrivere un libro -. Quattro
chiacchiere, parlando mezzo inglese e mezzo italiano e via tutti insieme, stavolta
direzione stadio

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Atmosfera bellissima, nell’aria non si respira tensione o ansia per il risultato, solo
voglia di West Ham, fratellanza, siamo tutti Hammers! Controlli pressoché inesistenti
o meglio, poco invasivi: non esiste il biglietto nominativo, stadio moderno senza
barriere, però…manca terribilmente il vecchio e cattivo Upton Park, per chi come
alcuni di noi ha avuto il privilegio di vivere, anche solo per una volta, l’atmosfera
magica di quel quartiere e di Boleyn Ground fatica ad abituarsi a ciò che è la nostra
nuova realtà.
Si entra allo stadio qualche foto per i social o solo per ricordo e via che si va al
proprio posto ad attendere l’ingresso dei giocatori accompagnati dalla nostra canzone

“I’m forever blowing bubbles”, sempre da pelle d’oca. L’arbitro fischia il calcio
d’inizio…non commenteremo il match, ma non perché ci vede sconfitti per 1-2, ma
perché in questo caso, nel nostro caso, il risultato non conta nulla.
Finito il match è ora di cenare. Optiamo ancora una volta per il pub del giorno prima, a
Stratford vicino allo stadio. In Inghilterra non è che ci sia troppa scelta.
A cena conclusa iniziava a salire la malinconia che da lì a poche ore saremmo stati sul
volo di ritorno. Però su con la vita! La sera non era ancora finita, il post cena
prevedeva ancora una tappa, la visita al bellissimo Tower Bridge. Scesi dalla tube alla
fermata di London Bridge, facciamo una piacevole camminata lungo il Tamigi da dove si
può osservare la City con i suoi grattaceli, la Torre di Londra dove sono custoditi
tutt’oggi i gioielli della Regina e ovviamente il Tower Bridge illuminato, che per la
prima volta abbiamo visto aprirsi! Proseguiamo la camminata attraversando proprio il
bellissimo ponte, poi costeggiando la Torre di Londra e per concludere la serata
riprendiamo la tube a Tower Hill direzione Stratford per tornare in hotel.

DAY 3:
Consideriamolo comunque un giorno della mini-vacanza.
Sveglia alle 5.30, sistemazione delle ultime cose nel bagaglio a mano, navetta privata
come i VIP puntualissima e comodissima che ci attende fuori dall’hotel e purtroppo si
parte per tornare all’aeroporto.
Ai controlli segnaliamo l’ormai hooligan Renato, che solo dopo ripetute minacce della
polizia si decide a fare i normalissimi controlli necessari prima di imbarcarsi.
La vacanza si conclude. Arrivederci alla prossima!
COME ON YOU IRONS!!!

Mattia Centanni

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