Una giornata a Birmingham

Iniziava l’estate e l’attesa per il nuovo calendario della premier era abbastanza spasmodica visto che già’ sapevo di trovarmi a Londra per la prima giornata e speravo di potermi godere una partita del West Ham. Una volta pubblicato vidi immediatamente che gli hammers nella prima giornata si trovavano nella parte destra, questo significava trasferta, ma l’iniziale delusione duro’ giusto il tempo di scoprire chi era l’avversario: Aston Villa, cioè’ Birmingham, distante due ore e mezzo di coach e una decina di sterline da Londra grazie alla mai troppo lodata National Express, quindi fattibilissima. Senza contare che non avevo mai visto ne’ il Villa Park ne’ il West Ham in trasferta e l’idea mi intrigava non poco. Ovviamente visto il gran numero di tifosi che seguono abitualmente gli hammers e la non molta distanza da Londra sarebbe stato impossibile avere il biglietto per il settore ospiti ma ci sarebbe stata comunque ampia disponibilità’ nel settore dei padroni di casa con l’unico inconveniente di dover seguire la gara in silenzio. Dopo aver fatto on line i biglietti di coach e stadio nei giorni precedenti il 14 agosto,un po’ assonnato, arrivo puntuale alla coach station di Londra e salgo sul coach che mi porta alla stazione dei bus di Birmingham a mezza mattina dopo due ore e mezza di autostrada. Visto che sono abbastanza in anticipo, decido di dare un occhiata allo stadio del Birmingham city, che dalla mappa non sembra tanto lontano(meno di un miglio).

Così’ anziché’ dirigermi verso il centro prendo esattamente la direzione opposta, la zona non e’ esattamente bellissima e peggiora man mano che si va avanti,fortunatamente e’ mattina e non sembra esserci troppa gente in giro, ma di sicuro non la consiglierei per una passeggiata notturna. Per questa ragione decido di dare un’occhiata veloce dall’esterno allo stadio,anche perché’ e’ tutto chiuso e non sembra esserci ombra di tour organizzati, e,dopo un breve giro al clubshop, di tornare indietro sui miei passi alla svelta.

Sicuramente durante i giorni delle partite l’atmosfera deve essere ben diversa, ma adesso di certo non invita a rimanere. Tornato in centro scopro qual e’ l’attrazione principale di Birmingham:il bull’s eye. Questo e’ il nome di un mega centro commerciale a piu’ piani costituito da vari edifici, alcuni di forma quantomeno eccentrica, collegati tra loro che contiene al suo interno una miriade di negozi. Visto che il tempo a disposizione e’ abbastanza diminuito per via della visita al Saint Andrews e allo scoprire come arrivare al Villa Park, gli do giusto un occhiata veloce all’esterno per poi pranzare con un ottimo ed economico fish and chip al mercato coperto.

A questo punto non mi resta che raggiungere la stazione di New street per prendere il cosiddetto football train che mi porterà’ a Witton a due passi dal Villa Park.

Durante il tragitto vedo ovviamente un sacco di tifosi con le maglie dell’Aston Villa più’ disparate, molti sfoggiano quella di Collymore, un mito in questi lidi, mentre alcuni sfoggiano la maglia della prima e unica vittoria in coppa dei campioni che ormai ha qualche lustro sulle spalle.

Ci sono anche tifosi ospiti ma sono una risicata minoranza, la maggior parte probabilmente arriverà’ in bus direttamente allo stadio. Una volta sceso dal treno seguo la marea umana claret and blue che, dopo una brevissima passeggiata in mezzo a pub strapieni di tifosi, arriva al Villa Park, lo stadio e’ bello, ma non ho tantissimo tempo per vederlo dall’esterno visto che si scatena un classico temporale che mi obbliga a entrare abbastanza alla svelta.

Il colpo d’occhio interno e’ altrettanto spettacolare, infatti nonostante l’inevitabile ammodernamento lo stadio mantiene tutte le caratteristiche di un classico campo inglese, anche l’acustica per quel poco che si sente ora sembra buona e la visuale dalla mia postazione,north stand upper, non e’ affatto male. L’Aston Villa qualche giorno prima ha mandato via il manager Martin O’Neill lasciando di stucco addetti ai lavori e tifosi vista la permanenza e il lavoro fatto da quest’ultimo. Nessuno sa come reagiranno i tifosi, senza contare che la stella della squadra Milner e’ a un passo dal firmare col Manchester City e questo non infonde certo tranquillità’.

Il West Ham invece il nuovo manager,Grant ce l’ha dall’inizio e viene da un precampionato incoraggiante con qualche acquisto come Piquionne e Barrera che suscita’ curiosità’.

Insomma sembra che per gli hammers ci sia la possibilità’ di tornare a casa almeno con un punto se non con la posta piena. All’entrata delle squadre i tifosi di casa offrono il massimo sostegno possibile, nessuno sembra boicottare la scelta di esonerare il manager e gli unici fischi sono dedicati a Milner. Anche i tifosi del West Ham si fanno sentire con un il classico inno cantato a gran voce che si fa strada tra gli ululati di disapprovazione e un sostegno costante che durerà’ per tutto il match. Il match inizia e la mia previsione iniziale viene prontamente smentita visto che già’ dopo pochi minuti non capivo se stessi assistendo a una partita di premier league o a un allenamento della squadra di casa contro le riserve,visti gli stessi colori.

Infatti l’Aston Villa,alla faccia della presunta crisi, sembrava inarrestabile e nonostante il teorico intasamento a centrocampo, visto che entrambe le squadre giocavano col 4-5-1, non faceva altro che dominare recuperando palla rapidamente e creando occasioni a ripetizione.

A centrocampo la vecchia guarda composta da Young, Millner,Petrov e Downing non perdeva un colpo, a questi si aggiungeva il giovanissimo Albringhton,forse il migliore in campo, che dominava letteralmente la fascia senza nessun ostacolo. E il West Ham? Come già’ detto schierato da Grant con un speculare 4-5-1 e’ riuscito solamente a fare la figura del pugile suonato visto che a centrocampo Faubert,Kovac e Boa Morte non sembravano avere la minima idea di dove si trovassero e come muoversi sia davanti che in copertura col risultato di isolare l’unica punta Cole e di lasciare intere praterie agli indemoniati avversari. La mia prima trasferta non stava dunque prendendo una buona piega, senza contare che le azioni si svolgevano tutte nella curva dove ero seduto aggiungendo quindi ulteriore sofferenza. L’unico punto debole dei padroni di casa sembrava essere la difesa parecchio vulnerabile alla velocità’,ma ovviamente per gli hammers era impossibile sfruttare la cosa visto che a stento passavano la meta’ campo.

Il 2-0 finale della prima frazione alla fine era sin troppo benevolo nei confronti degli ospiti,certo il primo gol sembrava essere in fuorigioco, ma,visto che tra pali e miracoli di Green lo score avrebbe potuto essere almeno doppio, c’era poco da lamentarsi. Nel secondo tempo le cose sembravano cambiare con l’innesto di Piquionne e Barrera ma era un fuoco di paglia, e alla fine le uniche emozioni venivano offerte dal tempo, definito instabile anche dagli stessi inglesi sui giornali del giorno dopo,che passava dalla pioggia torrenziale al sole spendente a intervalli di pochi minuti.Alla fine il gol di Milner con gli iniziali fischi trasformati in una conseguente standing ovation di saluto,chiudeva il match sul 3-0. Certo non e’ stato un bel debutto in trasferta con gli hammers ma alla fine e’ valsa comunque la pena, l’atmosfera del Villa park e’ davvero unica e considerato che,come già’ detto, i tifosi del West Ham cantavano e incitavano per tutta la partita, alla fine alla fine tutto il match si e’ svolto con una cornice di tifo splendida da entrambe le parti.

Insomma alla fine 90 minuti di football,nel vero senso della parola,anche se spero che la prossima trasferta vada diversamente!

By Luca Argiolas – 2010

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