La Station 936 incontra Lino Carunchio

1-Ciao Lino, Presentati:
Sono Lino, ho 49 anni e vivo a Londra dall’ormai lontano 2016. Quest’anno sono diventato cittadino britannico, non cambia molto, ma di fatto l’Inghilterra e’ ormai la mia prima casa. 
2-Come è nata la tua passione per il West Ham?
Il West Ham e’ sempre stato un club affascinante ai miei occhi. Per la sua travagliata storia, per la sua famigerata tifoseria nei tempi d’oro (o bui che dir si voglia), per alcuni giocatori bandiera che hanno fatto a modo loro la storia del calcio. Ma in realtà la mia passione nasce per caso. Ero appena arrivato in Inghilterra, era estate, avevo la mia prima domenica (o forse era sabato?) libera. A quei tempi vivevo in un sobborgo in zona 6 (fu Essex) chiamato Romford. Che poi scoprii essere una roccaforte irons. (C’è pure lo shop ufficiale in centro cittadino). Quel giorno non sapevo che fare. Passeggiando la mattina in zona “train station” vidi gente, colorata in claret and blue, alcuni eccitati, altri depressi. Mi chiesi: ma dove vanno? Mica c’è già il campionato??! Allora domandai, approcciando un anziano signore. In effetti c’era una partita. Nel nuovo impianto di Stratford. Non lontano da Romford appunto. E giocava il West Ham quel giorno: addirittura contro la Juventus !! Andiamo mi son detto. Why not? Mi fece compagnia quel vecchio signore, che mi offri’ persino un biglietto “spare” come dicono qua, e mi disse: “you chose the wrong club mate, we are made to suffer”. Era proprio quello che cercavo. 
3-Che cosa rappresenta per te il Club? 
A dire il vero mi trovi in un momento abbastanza pessimista, con un certo rigetto per il calcio moderno e tutto ciò che gli gira intorno (sopratutto i milioni). Mi manca tutto ciò che di romantico c’era negli anni 80 e anni 90. Ma il club continua stoicamente a rappresentare una delle ragioni per cui vale la pena vivere in UK. Non è solo una squadra di calcio, amico mio, e’ l’ultimo baluardo di romanticismo rimasto nel mondo. 
4-Che cosa vuol dire essere un Hammer ? 
Vuol dire far parte di qualcosa, far parte di una comunità, di una famiglia di gente che crede ancora in qualcosa. Che vive per la stessa cosa, soffre per la stessa cosa, si esalta e si deprime per la stessa cosa. Scusa se mi ripeto, gli ultimi romantici.

5-Raccontaci il tuo più bel ricordo legato al West Ham.
Ti deluderò, ma e’ legato a un calcisticamente insignificante West Ham-Norwich di campionato. Perche’ fu la prima partita in cui mia moglie venne con me allo stadio. Mia moglie, una che fino ad allora non sapeva manco che forma avesse la palla, e che oggi dopo quel giorno va a lavorare ogni benedetto turno con la spilletta del West Ham sulla divisa da infermiera.
6-Come lo vedi il tifoso Hammers?
Molti, troppi, purtroppo si sono dimenticati da dove vengono e cosa veramente rappresenta il club. Troppe aspettative, troppe illusioni di essere una grande del calcio moderno. Però lo zoccolo duro c’è sempre ed è una tifoseria appassionata, che soffre e fa della sua sofferenza il suo inconfondibile stile. 
7-So che vivi a Londra, che lavoro fai?
Faccio l’infermiere in un ospedale di Londra ovest. Un lavoro stressante, ma anche ciò che ho sempre desiderato fare. E spesso gratificante. Soprattutto quando mi fermo a parlare di calcio coi pazienti.
8-Perché l’Inghilterra, perché Londra?
La mia passione per l’Inghilterra come destinazione e’ sempre stata in qualche modo legata al calcio. Nacque quando un giorno vidi giocare la nazionale inglese in tv, e ciò che mi colpì fu la tifoseria che cantava compatta l’inno nazionale. Mi son detto che in fondo non sarebbe stato male vivere in un posto così. Beh …. Poi c’è il lavoro. Qui vieni premiato per quello che vali. E non è poco oggigiorno. 
9-Che cosa rappresenta per te il football inglese? 
Una passione sin da quando ero un ragazzino. Un fascino speciale. Qualcosa di unico. Oggi non ti nascondo che a volte preferisco tenere d’occhio i campionati minori perché la premier league e’ diventata troppo vittima di se’ stessa. E del dannato calcio moderno. Se mi è permesso esprimermi così.
10-Come hai conosciuto la Station 936?
Sinceramente non me lo ricordo. Credo su Internet, durante le mie interminabili navigate alla ricerca di notizie, curiosità, emozioni. E la Station non passa mica inosservata eh !! Capisci subito lo stile. 

11-Purtroppo non abbiamo ancora avuto il piacere di incontrarti a un nostro raduno.
E’ una delle cose che devo assolutamente fare prima di morire. Tu continua a invitarmi eheheh. Però sai…ho sempre pensato… che cosa bella sti raduni…. Una cosa (ecco che ci risiamo) così romantica! 
12-Che cosa pensi del passaggio da Upton Park allo Stadio Olimpico?
Nonostante ad Upton Park sono stato una sola volta (e per un match estivo insignificante) mentre allo stadio olimpico almeno 100 volte, essendo abbonato dal 2017, lo considero una delle più grosse disgrazie della storia del West Ham, del calcio in generale e della società civile. In cambio di cosa poi? Un’ assoluta sciagura. 
13-In un ipotetico futuro Hammers che cosa ti piacerebbe vedere? 
Mi riallaccio all’argomento stadio. Mi piacerebbe uno stadio più piccolo, non più di 40 mila spettatori. Dove trovi posto quasi esclusivamente lo zoccolo duro della tifoseria, la passione verace, e poco più. Un’utopia, lo so, ma hai detto “ipotetico” futuro; quindi perché non sognare ad occhi aperti? 
14-Chiudi gli occhi, sei nello spogliatoio con i ragazzi claret and blue, state per scendere in campo, che cosa diresti?
Direi loro di esser fieri della maglia che portano. La maglia che prima di loro e’ stata indossata da guerrieri, da gente tosta, da gente che è stata amata e poi idolatrata non per aver vinto chissà quali trofei ma per aver schiumato sangue e amore su quella casacca. Che poi le macchie di sangue sul claret non si vedono….. a buon intenditore, poche parole. Lotta, sangue e sudore!  
15-Sai una cosa? Quando ti vedo allo stadio con la sciarpa della Station mi emoziono sempre, vederti con i tuoi amici, loro ti chiedono del gruppo?
Tante volte mi è stato chiesto. 936, ICF, ho potuto dare tante spiegazioni. Ma la mia preferita e’ sempre stata: sono un gruppo di amici, sono i miei fratelli italiani.


Volevo concludere con un caloroso ringraziamento per questo spazio concessomi, un onore e un piacere, ma anche con la condivisione di una memoria speciale. In uno dei giorni più belli della mia vita, il mio matrimonio, c’era anche “il West Ham”, ovvero alcuni dei miei amici dello stadio, venuti con la pezza e con i canti goliardici. Una vera consacrazione. Forever blowing bubbles. 

Grazie Lino, è stato un vero piacere chiacchierare con te, grazie per aver condiviso lo spirito Station 936 in terra inglese.

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