Lyon Away claret and blue

Pub The Wallace

Oggi è giorno di sorteggio, bang, becchiamo il Lione, mi viene subito in mente Francois, amico di Lione e tifoso di casa, lo contatto e ci mettiamo subito a chiacchierare sulla doppia sfida, ci sarà da divertirsi, lui è fiducioso, come lo sono anche io… 1-1 a Londra, a lui sa di occasione persa, a me sa di “ci proveremo in terra francese”.

Pochi giorni dopo mi messaggia che ha trovato 3 biglietti per me, settore vicino ai Claret and Blue… porca miseria, vuoi mancare l’appuntamento con la storia?… Caro amico mio, tieniti libero che arriviamo.

Pronti e via e io, Ale e Michele siamo in viaggio, arrivo a Torino e vedo Ale, aspettiamo una mezzoretta ed ecco Ciop direttamente da Vicenza. Prendiamo la macchina e siamo in direzione del traforo del Frejus. Che figata penso, a quasi 60 anni sono ancora vivo, la fiamma resiste, e sono con due ragazzoni che mi contagiano presto con le loro cazzate.

Dopo circa 4 ore arriviamo in Lione, cerchiamo il nostro Hotel, che è a 9 km dallo stadio, posiamo le borse e puntiamo in tutta fretta al centro della città… abbiamo già sentito per telefono Chris, Nik, ci aspettano in varie zone della città. Ale, con Ciop che fa da navigatore vedono inglesi che salgono sul taxi e dicono “cazzo, segui il taxi che andranno in centro”… e così inizia un inseguimento che a me sembra di stare sul set di 007, sfrecciamo a tutta birra nelle varie corsie riservate ai taxi, non importa, pagheremo la multa se mai arriverà, il taxi si sente inseguito, aumenta la velocità ma Ale non molla, Ciop si dispera perché ha paura di perderlo, io da dietro mi godo tutto lo spettacolo in prima fila, mi diverto come un pazzo, vediamo il fiume, la cattedrale, c’è parecchia gioventù, aria di festa, di primavera o forse solo giorno della partita di pallone.

Parcheggia Ale, siamo in centro, mica vorrai arrivare davanti al pub in macchina, ok, auto ferma, scendo ho le gambe che tremano, sono emozionato, ricevo altri messaggi, dobbiamo decidere, pub? O Cattedrale? Pub. The Wallace, gli inglesi, il popolo hammers sono tutti lì, a festeggiare la trasferta. Arriviamo al pub. C’è un mondo claret and blue, sentiamo i canti, quei meravigliosi canti malinconici che si sentono allo stadio, anche il frastuono delle bottiglie di birra rotte per strada, ma è tutto tranquillo, vedo le flags esposte lungo la via, prendo la nostra, la Station 936, facciamo un po’ di foto, alcuni ci salutano, abbracciamo giovani e vecchi hammers, sento Chris e lì vicino, sento Nik anche lui è nei paraggi, andiamo al Cafè de la Cathedrale, eccoli , Chris e figli con amici, c’è un esplosione di felicità a rivederci, ci abbracciamo come fratelli veri, che bello, che emozione, questo è il football, arrivano le birre, una, due, tre ecc ecc, ordino qualcosa da mangiare, formaggio francese, mica sono forte come loro io, Ciop mi segue, così va meglio. Ci raccontiamo tante cose, siamo baciati dal sole e dalla fortuna, si siamo fortunati a poter vivere tutto questo.

Con Chris e family

Arriva Nik, con il suo fantastico bandierone, Chris ammira ed esplode in un caloroso “tu nik, sei numero uno”, e noi confermiamo. Alcuni passanti ci chiedono di fare un video con Bubbles, e come possiamo dire di no? Via, si parte, alcuni scattano fotografie, arriva un tifoso del Barca, anche qua foto, arriva un Lionese, foto anche con lui, ci fa vedere il tatuaggio sulla spalla…”martelli” esplode la curva, no il bar.

Le ragazze francesi capiscono il nostro fascino, alcune ammiccano sorrisi maliziosi, ma noi siamo Hammers e oggi c’è il match, nessuna distrazione.

Dopo un paio di ore ben spese, salutiamo Chris e i suoi amici, noi ritorniamo al Wallace dove c’è il grosso del ritrovo Irons, Michael, mi dice che ha visto Tony Cottee e Bill Gardner in giro, porca miseria che fortuna.

Incrocio lo sguardo di Tony, e come faccio a non emozionarmi? Ci mettiamo in posa, e gentilissimo, un pezzo di storia adesso è con noi. Canti ovunque, la Police osserva ma non interviene, alcuni personaggi di una certa età barcollano ma non mollano, i giovani sembrano dei leoni usciti dalla prateria, alcuni salgono sui pali dei semafori, la police osserva ma non interviene, sono in divisa anti-sommossa, questi non scherzano.

Con Tony Cottee

embra di vivere le famose trasferte anni 70-80, alcuni senza colori addosso, e devo dire che hanno tutti una certa età, sono la vecchia guardia, li riconosci dal fisico e dallo sguardo, e dai pochi capelli come il sottoscritto. A un certo punto seduto al Ninkasi Pub vedo un gruppo old, vecchia guardia, ed è li che incrocio lo sguardo di Bill, la sua truppa parla senza dire nulla, basta guardare, mi avvicino con Ale e Ciop, chiediamo se possiamo fermare con una foto la storia Irons, risponde gentilmente che certo che si… i suoi amici ci guardano e Bill chiede da dove arriviamo…da “Italy, ohhh, Italy… Group Station ? yes, e lui Goodison Park”, incredibile si è ricordato di noi.

Con Bill Gardner

Ci siamo quasi, è ora di ritornare all’hotel, posare qualcosa e di avviarci allo stadio.

Ale non molla, ancora in macchina con Ciop che fa da navigatore, io non ho parole perché mi immaginavo di prendere la metro, ma la metro manco sappiamo dove sia, e loro mi prendono in giro… ma va bene, lo avrò immaginato.

Lo scorciamo in lontananza, parking a destra, Ale andiamo nel primo? Certo… ci bloccano non abbiamo il pass, bloccano il traffico e ci dicono parking 7, arriviamo li, pass? No niente pass, ci bloccano, che cazzo, Ale dice parlate con Gian lui sa il francese,… quiiii, ok andate avanti che altrimenti blocchiamo tutto, arriviamo al parking 7, macchina ferma.

Sento il mio amico Francois, ci becchiamo al Leone di casa, simbolo del club, con lui c’è sua figlia, abbracci e ringraziamenti per i biglietti, ci diamo appuntamento per il fine match, loro sono in curva Lionaise, gli regalo la maglietta della station… a proposito lui era venuto con me al primo raduno station del 2011 a Milano, è uno di noi.

Salgo i gradoni dello stadio, che devo dire è molto bello, una volta sbucato sul campo, resto senza fiato come sempre, è la solita storia, 5-10-20-30-50-60 anni è e sarà sempre così.

Ale e Ciop vanno a prendere qualcosa da mangiare, io salgo i gradoni alla ricerca dei posti, non capisco subito, ci sono gli Steward che filtrano i tifosi, dicono ci siano parecchi hammers infiltrati tra i tifosi di casa…beh noi tre lo siamo.

Arrivo ai posti designati, ho un sussulto di grande gioia, siamo praticamente attaccati ai nostri fratelli, li vedo sono a due passi da noi, una famiglia in maglia claret and blue ci guarda e forse intuiscono, sotto di me noto subito un tifoso francese che farà e darà battaglia a suon di sfottò con gli inglesi, intanto arrivano Ciop e Ale, cibo e bevanda inclusa, penso che per mangiare ci sarà tempo… adesso devo godermi l’atmosfera, fantastico mi dico, che bellezza lo stadio, è moderno ma fatto per il football, si vede bene praticamente da ogni posto, mi siedo un attimo ma solo per recuperare le forze, che emozione, la mia-nostra prima europea al seguito del West Ham. Guardo le flags esposte nella stand ospite, a due passi da noi, iniziano i primi canti, cori, ci siamo, ci siamo, i francesi vicino a noi ammirano, sembrano sorpresi da tanto calore.

Groupama Stadium

Parte la musica dell’Europa League, le squadre entrano in campo, l’acustica dello stadio e incredibile, i bassi rimbombano ovunque, tutti in piedi, io poi non ci riesco proprio a stare seduto, butto lo sguardo oltre la barriera, cercando di scorgere Chris, Bill e gli altri, ma niente, mi viene da cantare in inglese, che l’inglese io non so, ma basta borbottarlo e va tutto bene, i francesi ci danno dentro, la curva si sente, specialmente quella alla mia destra, la più calda, dove c’è il mio amico, che mi manda un messaggio “bon match”.

Il Lione parte forte, palo e occasione mancata nei primi 10 minuti di gioco, al 38’ Dawson su pennellata dalla bandierina di Fornals porta in vantaggio il West Ham, alla mia sinistra, circa 2 metri , il popolo hammers impazzisce di gioia, non mi tengo e per fugare ogni dubbio, mi giro e saluto a braccia incrociate… loro capiscono e parte un sorriso da entrambi i lati, adesso loro sanno, Ale e Ciop saltano come cavallette impazzite di gioia.

Incredibile, al 44’ Rice da fuori area, mette dentro per il 2-0… oramai le braccia incrociate vicino a noi si moltiplicano come per un miracolo, i padroni di casa ammutoliscono tra la delusione.

La squadra di casa è tramortita, delusa, il popolo francese anche, mentre in terra inglese si festeggia alla grande, io ho paura solo a pensarla una serata così… è ancora troppo lunga. Inizia la ripresa e accade… al 3’ della ripresa Bowen imboccato ancora da Fornals fugge verso l’area, e dal limite fulmina l’incolpevole portiere di casa… 3-0 non ci credo, questa è la mazzata finale, non ci credo, che serata ragazzi, vorrei urlarlo anche io un “come on you irons” al cielo, lo tengo per il momento giusto, i tifosi di casa si innervosiscono, si sentono le imprecazioni, alcuni cambi del manager fanno gridare allo scandalo, i francesi sono tesissimi, gli hammers impazziti di gioia.

84’, Antonio esce ed entra Yarmolenko, il nostro Trainantonio passa sotto la curva dei tifosi hammers, parte il coro, mano sul cuore.

Ci avviciniamo al 90’, stacco per un attimo la tensione accumulata, voglio godermi il finale da vecchio Mister, me la voglio godere fino all’ultimo secondo, guido mentalmente i ragazzi, “gira sta palla, non perderla, guadagna qualcosa, proteggila, prendi fallo, cambia gioco, non rischiare, manca poco”… e siamo tutti in piedi, arriva il triplice fischio finale, mi avvicino alla barriera che ci divide solo fisicamente dal popolo Irons, ma il cuore batte forte, braccia incrociate, mano sul cuore, sorrisi, e pollice su verso di noi.

Hammers

Francois, mi messaggia, bravo West ham, grande partita.

Le giacchette gialle degli Steward si moltiplicano, oramai la marea inglese ha varcato il confine, nessuno può fermarci, vicino a noi arrivano da tutte le parti, abbracci su abbracci, ritroviamo anche Federico che era da una vita che si vedeva, “cazzo Gian, e basta sfortuna e sfiga, adesso ce’ la godiamo alla grande” … e via con altri abbracci, “che serata, ce’ la meritiamo”, il popolo inglese nel settore Hammers sembra ammirarci, lo dico con tanta umiltà, perché avranno pensato che “pur di esserci hanno preso i biglietti di casa”… sì una serata così ce’ la meritiamo, lo merita la squadra, il manager, il club, tutti noi, abbraccio i miei compagni di merenda, siamo tutti commossi, i padroni di casa lasciano le tribune anzitempo, sono delusissimi.

Un ragazzo inglese non so come abbia fatto, salta la barriera e atterra direttamente nel mare di tifosi inglesi, loro attutiscono la caduta con mille mani all’insù, che ridere, tentano di acciuffarlo, ma poi lo lasciano andare, tanto è finita… Rice e company vengono a ringraziare i tifosi, braccia verso il cielo, che festa.

I tifosi di casa sfondano le transenne, lancio di fumogeni, volano le mani, alcuni steward vengono travolti, arriva la polizia, anche dall’altra curva stessa cosa, penso che ad uscire bisognerà fare attenzione. Stiamo ancora dentro vicino ai tifosi hammers, non abbiamo fretta, saluto quella famiglia inglese, “Italian Hammers”… “ohhh, very god” altri sorrisi, mi muovo ancora per la gradinata, scendo leggermente in basso voglio fare la foto alle tantissime bandiere esposte in curva, che bello mi dico, siamo rimasti solo noi, i’m forever blowing bubbles tutti la cantano, è proprio tanta la felicità. Usciamo fuori dal nostro settore la polizia quella che interviene, quella che mena, ci passa accanto, vanno dritti nel settore più caldo di casa, alcuni tifosi ci bloccano, ci dicono che hanno lanciato i lacrimogeni, arriva il sapore aspro che ci brucia un po’ gli occhi, torniamo indietro , ma noi abbiamo la macchina nel parking 7, senza pass, speriamo ci sia ancora ma mi guardo bene di dirlo, giriamo attorno allo stadio e passiamo dall’altra parte ma dovremo passare proprio nel settore più caldo, sembra tranquillo, ma ci guardiamo attorno, non vogliamo sorprese, arriviamo nel parcheggio e ci sono pochissime macchine, Ale cerca la sua Jeep, per un’ attimo abbiamo un forte batticuore poi la vediamo, sembra piccolina, quasi come a dire “che bastardi, mi avete lasciato qui in mezzo alla marea francese”, mi fa tenerezza, la devo ringraziare perché si è presa cura di noi… ci allontaniamo in tutta tranquillità, siamo stanchissimi, ma io sono ancora troppo carico d’emozioni, so che non dormirò. Arriviamo all’hotel, di andare in città non se ne parla, la polizia vigilerà, e in più i tifosi francesi con la delusione ancora addosso potrebbero anche non prenderla bene… a noi va bene così, ho quasi 60 anni e il cuore già provato dalle mille emozioni del match chiede riposo.

Ale e Ciop dormono in stanza assieme, rido perché sono due russatori seriali, di Ciop non so perché non abbiamo mai dormito insieme (intendo in una trasferta)… comunque è lui a dirlo, ma di Ale confermo, io me ne sto in solitaria e spero di dormire ma mi arrivano così tanti messaggi, ho così tante cose da leggere in Station che come faccio a rilassarmi? Va bene, pazienza, dormirò un’altra volta, oggi è giusto così.

Il mattino arriva presto, Ale e Ciop hanno dormito e non capisco come abbiano fatto, mi chiedono “ e tu? Io ho chiuso gli occhi ma sento di non aver dormito bene perché ho due occhi rossi come un fantasma”… vabbè dai, andiamo a fare colazione che poi abbiamo 4 ore di macchina e 1 ora di treno prima di arrivare a casa, lassù in mezzo alle montagne, Robilante, terra di gente tranquilla, montanari, a due passi dal confine francese, Ciop invece ne ha ancora 3 ore prima di arrivare a Vicenza, invece Ale è di Torino… ma con circa 800 km sulle spalle, gambe, braccia e cervello, meglio di 007, di mission Impossible, un vero Blade Runner 2022… una macchina pressochè perfetta.

Stop, fine, devo salvare le tante foto che ho fatto, con la memoria non si sa mai, meglio archiviare, poi un giorno me le guarderò, e sicuramente mi scapperà la frase “ne è valsa la pena, come sempre”. COYI.

Parking 7
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